Rinnovare le Istituzioni

Firenze: L’Istituto Universitario Europeo abolisce il Natale per rispetto delle altre religioni

FIRENZE – Una notizia che ha dell’incredibile, ma che non meraviglia chi, come me, conosce bene le istituzioni europee ( il minuscolo è voluto) avendoci lavorato per 4 anni (1980 -84) e ha imparato a valutarne pregi (pochi), ma soprattutto difetti. Allora gli Stati membri erano solo 8, adesso siamo arrivati a un’accozzaglia di 27 e la situazione è decisamente peggiorata.
Il presidente dell’Istituto Universitario Europeo, con sede a San Domenico di Fiesole, nella Badia Fiesolana, Renaud Dehousse, ha deciso che, per ottemperare agli obblighi del «Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui», la festa più importante del cattolicesimo, il Natale, verrà depennata e sostituita da una più laica e politicamente corretta Festa d’inverno.
Secondo l’indiscrezione raccolta da Sir, l’agenzia di stampa che fa capo alla Cei, poi confermata dallo stesso Eui, «l’ex festa di Natale verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano». Le regole per l’uguaglianza etnica nell’Eui prevedono che, se da un lato le feste religiose vanno inserite nel calendario, dall’altro il linguaggio con cui le si comunica deve essere «inclusivo
Tra le ipotesi, come detto, circola la bislacca idea di sostituire il nome «Natale» con «Festa d’Inverno». Una proposta che, però, non avrebbe l’intento di cancellare la festività cristiana in sé, ma semplicemente di fare una scelta in funzione di una maggiore inclusività che possa permettere a tutti di riconoscersi in un momento di festa senza riferimenti religiosi precisi.
Il cambio del nome ha suscitato subito intense polemiche nel governo e nel centrodestra, per i quali è assurdo toccare le tradizioni religiose del Paese, in favore di un maggiore coinvolgimento di tutti gli individui indipendentemente dal credo che professano. Si ribadisce in tal modo un’ondata di pensiero politicamente corretto, tipica delle sinistre, che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà in nome di un presunto rispetto delle altre culture. Ne abbiamo avuto eloquenti esempi anche in Italia quando si sono tolti i crocifissi dalle aule scolastiche per rispetto dei musulmani. Ma reagisce anche il sindaco di Firenze Dario Nardella che su X afferma: “Lo dico con rispetto. Non condivido minimamente l’idea dell’Istituto Universitario Europeo di #Firenze di sostituire il #Natale, con una “festa d’inverno” in nome dell’uguaglianza etnica. Non è cancellando le tradizioni e omologando le culture che si superano le diseguaglianze”. Papa Francesco non ha niente da dire in proposito? Considerati i precedenti pensiamo di no, mentre la Cei ancora tace.
Dall’istituto con sede nella Badia dedicata ai santi Pietro e Romolo si cerca di smorzare le polemiche e arrivano quindi alcune precisazioni: “La settimana scorsa abbiamo fatto una riunione ed è stato sollevato il tema se chiamarla festa di Natale fosse in linea con le linee guida su tematiche come parità di genere e inclusione, che peraltro sono pubbliche”.

Mi sembra che, data la situazione, la cd Festa d’inverno debba essere snobbata dalle autorità e dalle personalità italiane, non si può prendere schiaffi e porgere l’altra guancia, quando si offende la cristianità in questo modo.

Da ex prefetto di Padova mi viene in mente un detto veneto, che si attaglia bene alla situazione: “Xe pèso el tacòn del buso”. Il significato letterale è: “è peggio la toppa del buco”. Quello metaforico è: “il rimedio è peggiore del danno”.La giustificazione dei professori e dei funzionari dell’Eui infatti non fa altro che peggiorare la posizione dell’Istituto, presunto prestigioso, e del suo Direttore.

Sono passati i tempi nei quali a dirigere l’Istituto erano chiamate personalità eminenti come Emile Noel (guarda caso, il suo cognome significa Natale in francese), per anni Segretario Generale della Commissione Ue, fondatore dell’amministrazione europea, allora efficente, sul modello farncese, adesso sostituita da una disastrosa pratica amministrativa sul modello anglosassone. Così come la prevalenza, ormai, di Paesi del Nord Europa dominati dai protestanti, ha portato le istituzioni europee a praticare una politica che mortifica le tradizioni cristiane e la Chiesa cattolica. Con quest’Europa mala tempora currunt.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *