Rinnovare le Istituzioni

Migranti: Commissaria Ue visita Lampedusa e promette altri interventi, che sono di là da venire

BRUXELLES – A dieci giorni dalla missione di una delegazione dell’Eurocamera a Lampedusa, Ylva Johansson, responsabile per gli Affari Interni dell’esecutivo comunitario, si è recata oggi nell’isola accompagnata dal ministro degli Interni italiano, Matteo Piantedosi. Nell’hotspot, sull’orlo di scoppiare lo scorso weekend, quando sono state registrate 3.306 presenze a fronte di una capacità massima di 400 posti, è tornata una parvenza di normalità: lunedì mattina, dopo un intenso lavoro di trasferimenti da parte della Prefettura di Agrigento, i migranti ospiti della struttura di accoglienza erano 791.

Il messaggio della commissaria è quello che l’Italia si sente ripetere da diversi mesi, da quando per la prima volta gli Stati membri hanno avallato la formula “la migrazione è una sfida europea che necessita di una risposta europea”: Lampedusa “non è sola”, ha dichiarato Johansson in conferenza stampa dall’isola. È affiancata dalle agenzie europee, Frontex e Europol, e può contare su finanziamenti europei, anche di nuovi “che arriveranno il più presto possibile”. Una promessa colta al volo dal ministro italiano, che ha sottolineato l’importanza della visita di Johansson come “segno della vicinanza dell’Europa ai problemi dell’Italia e di Lampedusa”, una presenza “che è stata preceduta e verrà seguita anche da atti concreti che la Commissione europea sta ponendo in essere per supportare l’Italia in questo delicato compito che è essere Paese di primo ingresso”.

La commissaria Ue ha riconosciuto che la posizione di Roma sulla migrazione, quella della cooperazione stretta con i Paesi d’origine e di transito dei migranti, “è diventata la politica Ue”. Perché “la migrazione c’è sempre stata e ci sarà sempre, ma dobbiamo gestirla in maniera ordinata insieme ai Paesi d’origine”.

Il modello è quello del pacchetto di cooperazione con la Tunisia, che l’Ue ha cercato di impostare con una serie di visite istituzionali a Tunisi compiute negli ultimi mesi, sfociate nell’accordo trovato durante la missione congiunta di von der Leyen e dei primi ministri italiano e olandese, Giorgia Meloni e Mark Rutte, a inizio giugno. “Stiamo negoziando e finalizzando il memorandum d’intesa con la Tunisia“, ha ricordato Johansson, che ha tuttavia preferito sorvolare a chi le chiedeva quali fossero le richieste del presidente tunisino Saied.

Per la commissaria, responsabile degli Affari Interni, il focus è sul capitolo dell’accordo che riguarda la gestione dei flussi: 105 milioni dall’Ue alle casse tunisine, di cui 60 per il controllo dei confini. “Saremo capaci di supportare la Tunisia nella gestione dei richiedenti asilo, nella protezione dei confini e nella prevenzione delle partenze irregolari”, ha proseguito Johansson. Senza dimenticare “un maggior impegno della Tunisia sui rimpatri dei propri cittadini che non hanno il diritto di rimanere in Europa”.

Ricordando una famosa canzone della grande Mina questo mi sembra il commento più azzeccato: “Parole, parole, parole…”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *