FIRENZE – Il commento che ho trovato in un editoriale di Sansalvomare.it, dell’aprile 2020, sembra tornare d’attualità anche adesso, dopo tre anni dalla pandemia covid, quando si contarono migliaia di decessi, in particolare fra gli anziani ospitati nelle Rsa. Anche oggi, in un momento nel quale torna l’allarme covid (dopo che le case farmaceutiche hanno pubblicizzato i nuovi vaccini) si moltiplicano gli inviti a vaccinarsi per i soggetti fragili e si punta l’attenzione sulle Rsa per anziani.
Quando ci furono molte morti nelle Rsa in occasione della pandemia Covid-19 questo fu il commento dell’editorialista del giornale citato: “Era il 1977 (43 anni fa) quando Domenico Modugno cantava “Il vecchietto dove lo metto”. Una musica abbastanza ritmata, in contrasto con il testo, che è amaro, anzi amatissimo e addirittura profetico. Dove li mettiamo i vecchietti da quando hanno smesso di essere i capi famiglia, gli anziani, i saggi, i conduttori delle aziende agricole famigliari, dove lavoravano tutti? Non li potevamo tenere a casa. Sarebbero stati d’ intralcio con le loro malattie, coi ritmi lenti e malandati: la vita corre veloce e non può aspettare chi va piano e resta indietro. E allora li abbiamo messi negli ospizi (nonostante Modugno dicesse che non c’ erano posti… per carità)… ospizi che poi abbiamo chiamato Rsa.
Insomma “in strutture” che pensavamo fatte apposta per loro… almeno quelle. E invece, in tempo di coronavirus, abbiamo scoperto che non è proprio così. Solo in Lombardia sono morti il 10% di tutti i ricoverati delle Rsa. (In Toscana una rilevazione in data 25 apr 2020 dimostrò che almeno un quarto dei 723 morti per coronavirus viveva all’interno di una Rsa, ndr). Il dato nazionale è sottostimato, perché i deceduti a cui non erano stati praticati tamponi non sono considerati colpiti da coronavirus.
Già l’attenzione per gli anziani era diminuita mezzo secolo fa, tanto da suggerire a Modugno di cantare che per il vecchietto non c’era più posto nella società. Domenico Modugno 43 anni fa aveva capito tutto, anche che non ci sarebbe stato posto al cimitero: leggiamoci l’ ultima parte della (triste) canzone.
E il vecchietto dove lo metto
Dove lo metto non si sa
Mi dispiace, ma non c’è posto
Non c’è posto, per carità
E il vecchietto dove lo metto
Dove lo metto non si sa
Va a finire che non c’è posto
Forse neppure nell’aldilà”
Ho voluto citare questa notizia perché mi sembra che le prganizzazioni mondiali, nazionali ed europee stiano riprendendo gli allarmi di allora, cercando di tutelare i fragili, ma per fortuna non impongono, finora, lockdown e vaccinazioni obbligatorie, che non sono servite a molto, visti i risultati conseguiti (si fa per dire) sotto i governi Conte2 e Draghi. E non vorremmo che la canzone e la profezia di Modugno, che risale a 43 anni fa, tornasse prepotentemente d’attualità.