ROMA – La Consulta, presieduta da Adriana Sciarra, continua a sfornare sentenze favorevoli a chi professa quelle tendenze e ai migranti, mentre è stata inflessibile contro i pensionati, specialmente quelli considerati ricchi (perequazione e assegni d’oro). Ma del resto, da un organismo composto per una parte da membri designati dal parlamento, per una parte dalle magistrature e infine da Presidenti della Repubblica provenienti dalle schiere dalle sinistre non ci si poteva aspettare altro.
Adesso la Corte è scesa in campo a favore dell’anarchico Cospito, avvalorando in pratica le proteste violente degli anarchici in tutt’Europa e le azioni di appoggio di molti parlamentari del Pd, schierati, come spesso accade, dalla parte di chi infrange le leggi.
Dopo i tanti “no” incassati in questi mesi dalla magistratura (e anche dal ministro Nordio) sulla revoca del 41 bis e sulle richieste di differimento della pena e dei domiciliari, Alfredo Cospito torna a sperare. La Corte costituzionale ha fatto cadere la norma che vincolava la Corte d’assise d’appello di Torino a infliggergli necessariamente l’ergastolo per l’attentato alla Scuola degli allievi dei carabinieri di Fossano. Aprendo così la via alla possibilità, se i giudici di merito lo riterranno, anche di dare una pena meno severa, tra i 20 e i 24 anni, all’ anarchico, da 6 mesi in sciopero della fame. Saranno loro insomma ora a dover decidere se infliggere il carcere a vita come chiede la procura generale di Torino o meno. Mentre nessun effetto, a quanto si apprende, avrà la decisione della Consulta sul 41 bis.
La Corte ha dichiarato illegittimo il quarto comma dell’articolo 69 del codice penale “nella parte in cui vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod.pen., nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo”, spiega una nota della Consulta. Secondo la Corte, “il carattere fisso della pena dell’ergastolo esige che il giudice possa operare l’ordinario bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti previsto dai primi tre commi dello stesso art. 69. Conseguentemente, il giudice dovrà valutare, caso per caso, se applicare la pena dell’ergastolo oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva”.
“Apprendiamo finalmente una notizia incoraggiante per tutti e tutte coloro che quotidianamente sono chiamati ad applicare il diritto o a subirne l’applicazione. La decisione di quest’oggi della Corte costituzionale restituisce finalmente dignità alle questioni giuridiche sottese alle vicende umane, non ultima quella di Alfredo Cospito”, ha affermato il difensore dell’anarchico, Flavio Rossi Albertini.