ROMA – La medicina oculistica offre soluzioni sempre più raffinate ma deve fare i conti con un sistema sanitario che impone regole superate e con tagli alla spesa pubblica che frenano il loro utilizzo, con attese sempre più lunghe e disparità tra i pazienti nelle diverse Regioni.
Se ne è parlato in occasione del terzo congresso nazionale SISO (Società Italiana di Scienze Oftalmologiche), in corso a Roma, con oltre 2800 specialisti provenienti da tutta Italia. “Da una parte registriamo avanzamenti sul piano scientifico e clinico – spiega Teresio Avitabile, Presidente SISO e Ordinario di Oculistica all’Università di Catania – dall’altra abbiamo problemi normativi. Un esempio per tutti, è l’intervento di cataratta: oggi lo eseguiamo in 20 minuti, abbiamo protesi di cristallino avanzatissime, ne facciamo 600 mila all’anno ma normative anacronistiche ci costringono a regole ridondanti che alzano i costi e allungano conseguentemente le liste di attesa”.
L’Italia è anche al primo posto in Europa per somministrazione di iniezioni intravitreali con cui si somministrano farmaci che, inibendo i fattori di crescita di nuovi vasi sanguigni, frenano la degenerazione della macula, cioè la zona centrale della retina. “Ne pratichiamo circa 400 mila l’anno – dichiara Scipione Rossi, Segretario Siso e Direttore dell’UOC di Oculistica Ospedale S.Carlo di Nancy di Roma – Il problema è l’erogazione delle prestazioni: i rimborsi, cioè i Drg, per questo tipo di malattie sono in diminuzione”.
Ne sono testimone – vittima anch’io che sono ricorso, per urgenza d’intervento, alla sanità privata con costi elevati, sopportati dalle mie tasche, non ricorrendo alla sanità regionale, che pensava soprattutto alle vaccinazioni.