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Firenze, scomparsa Kata: la procura mette in campo i Ris, e la famiglia il generale Garofano (ex comandante del reparto). Per ora nessuna traccia della bimba

FIRENZE – La procura di Firenze, punta sul vivo dalle accuse di colpevoli ritardi, lanciate da più poarti e anche da Italia Viva, ha messo in campo gli esperti più collaudati nel campo investigativo, i carabinieri del Ris, che utilizzano elevate tecnologie. La loro maxi ispezione nell’ex hotel Astor a Firenze nell’ambito delle ricerche della piccola Kataleya, la bimba peruviana scomparsa dal 10 giugno, iniziata ieri, proseguirà anche oggi 19 giugno. Ma per ora non sarebbero emerse tracce della bambina. Secondo quanto apprende l’Ansa, al vaglio degli investigatori ci sarebbe una telecamera privata che copre l’ingresso di un’area adiacente al cortile dell’ex hotel Astor da via Boccherini, dove Kata è stata vista qualche minuto dopo le ore 15 di sabato scorso, prima della scomparsa. Gli inquirenti ipotizzano che, se qualcuno si fosse allontanato da quel punto, scavalcando il muro di cinta del cortile dell’edificio, la telecamera potrebbe averlo ripreso.

Intanto anche i genitori di Kata, nella speranza di contribuire alle indagini, si affidano ai massimi esperti, al superinvestigatore generale Luciano Garofano, ex capo dei carabinieri del Ris, protagonista della trasmissione Quarto Grado su Rete 4. Che per ora si attesta su una linea di prudenza e chiederà un colloquio con gli inquirenti.

“Quello di cui abbiamo evidenza finora è che Kata è scomparsa da un posto che come abbiamo visto dalle immagini era un ‘porto di mare’ e il fatto che anche la ricerca effettuata oggi nei posti più reconditi di quello stabile non abbia dato esito ci fa considerare che è stata portata via. Ma – ribadisce il generale in congedo – non mi posso avventurare in ipotesi prima di avere un quadro completo, vanno comprese a fondo anche le relazioni intercorse tra la famiglia della bambina, chi viveva in quei luoghi e anche soggetti esterni. Il trascorrere del tempo statisticamente è un elemento non va a favore dell’esito sperato ma il compito dell’investigatore è di non trascurare nulla, di fare tutto quello che è nelle possibilità e per questo sono qui a mettermi a disposizione”.

Probabilmente i dibattiti e le tesi sostenute nel corso di questi programmi d’inchiesta, molto seguiti dal pubblico, hanno anche una certa influenza sull’indirizzo delle indagini. Il recente caso di Trieste, nel quale la procura aveva chiesto l’archiviazione di un’inchiesta per la morte di un’anziana signora, mentre il gip ha disposto la prosecuzione delle indagini, come sostenuto da alcuni interventi di un noto programma tv, ne è un buon esempio.

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