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G20 New Delhi: Ucraina pomo della discordia fra i grandi. Difficile arrivare a una decisione condivisa

NEW DELHI – Sono alte le probabilità che il G20 di Nuova Delhi, per la prima volta nella storia di questo organismo, si chiuda senza un comunicato congiunto accettato da tutti i partecipanti. Il contesto in cui si svolge il vertice è carico di complesse sfide geopolitiche, fra le quali il conflitto in corso in Ucraina. Perché l’invasione russa dell’Ucraina ha creato divisioni ormai insanabili, e il compromesso passato un anno fa a Bali non viene più riconosciuto da Mosca e dalla Cina.
Questo si riflette anche sugli aspetti economici del vertice, con gli Usa che puntano ad accelerare la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, proprio per sottrarre il Sud globale dall’abbraccio con la Repubblica popolare e il suo alleato al Cremlino.

Il presidente statunitense Joe Biden, che mira a rafforzare la supremazia Usa nel mondo, sfrutta il fatto che sia il presidente russo Putin che l’omologo cinese Xi Jinping non siano presenti e afferma in un post:: “Sono diretto al G20 – il primo forum per la cooperazione economica internazionale – in primo piano ci sono l’avanzamento delle priorità degli americani e la realizzazione per le nazioni in via di sviluppo”.
Ma il Segretario generale dell’Onu, António Guterres,è meno ottimista, intravedendo giustamente le divisioni. Parlainfatti di “famiglia globale disfunzionale”: “Se siamo davvero una famiglia globale, oggi ne rappresentiamo una piuttosto disfunzionale – dice – Le divisioni crescono, le tensioni divampano e la fiducia si erode. Tutto questo solleva lo spettro della frammentazione e, infine, dello scontro”.

Poiché il dibattito sull’invasione dell’Ucraina rishia di provocare forti divisioni, il primo ministro indiano, padrone di casa, Narendra Modi, cercherà di concentrare il dibattito sui paesi in via di sviluppo e sull’inclusione dell’Unione africana come membro permanente del G20. Ma non sarà un compito facile.

“È fatto quasi tutto, restano ormai divergenze solo sulla guerra in Ucraina”, hanno fatto sapere fonti diplomatiche italiane. La maggior parte dei Paesi, viene spiegato, si è data l’obiettivo di menzionare l’aggressione russa ed è d’accordo anche la presidenza indiana, ma c’è l’irrigidimento della Russia, spalleggiata molto dalla Cina. Si cerca un’intesa a 20, in alternativa a ’19+1′ o almeno a ’18+2′: in questi casi, sarebbe un passo indietro rispetto al consenso a 20 di un anno fa a Bali. E quindi il persevarare del conflitto grazie alle spinta di Biden e della Ue e alla volontà di Zelensky, oltre che causare danni all’economia europea rischia di mettere in crisi anche quella mondiale.

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