MILANO – Il caso di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta nelLambro dopo la vicenda mediatica che l’aveva portata alla ribalta nazionale, sta scatenando una polemica politica, evidenziata da questa lunga serie di dichiarazioni, riprese dal Quotidiano Nazionale di oggi, 16 gennaio.
Il tema è quello delle regole. “Il fenomeno degli hater sui social preoccupa molto – è l’analisi di Roberto Pella, deputato di Forza Italia, a Tagadà su La7 –. Gli attacchi che ricevono persone famose, politici o comuni cittadini sono vergognosi. Oggi, una semplice foto, un messaggio, un commento può mettere in seria crisi psicologia una persona, con danni morali e in alcuni casi epiloghi tragici come il suicidio”. Per il deputato “i nostri giovani usano i social in maniera preponderante, continua ed incessante, comunicano attraverso i social anche quando sono insieme. Va avviato un uso più consapevole, attraverso regole che ne disciplinino l’utilizzo anche giuridicamente, per evitare gesti estremi come accade ed è accaduto. La politica deve mettere mano al problema”.
“Non tutti hanno la forza e la salute mentale per resistere alla gogna – è il commento di Francesco Bonifazi, deputato di Italia Viva –. Articoli di giornale, alle storie Instagram, alle telecamere puntate addosso per giorni”. E il dibattito si allarga al leader di Azione, Carlo Calenda: “I social sono ambienti non regolati e succede di tutto – spiega –. Noi abbiamo presentato una proposta, non deve essere possibile stare su i social in maniera anonima. Viviamo in un ambiente nel quale i nostri figli passano una parte rilevante su i social. È un mondo che va regolato”.
Il dibattito sulle regole arriva coinvolge anche la Rai, e in particolare il Tg3, detta a suo tempo “TeleKabul”, la rete monoplizzata da sempre dal Pci-Pd, la testata della tv pubblica accusata di aver effettuato un servizio in cui chiedeva con insistenza alla Pedretti la verità sulla discussa recensione sul suo locale. Parte all’attacco Paolo Marcheschi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione di Vigilanza Rai: “Stanno rimbalzando le immagini di un’intervista in cui, poco prima del suo probabile suicidio, la donna viene incalzata dalle domande di un giornalista del Tg3 a proposito di presunte incongruenze nel testo di una recensione online. È opportuno che i vertici Rai riflettano: in certi casi vanno date le giuste proporzioni ai fatti. Auspico che qualcuno a viale Mazzini possa dare spiegazioni. La rispota del tg è immediata: “Abbiamo dato risalto al post della signora Pedretti – si legge in una nota del cdr – in linea con quelli che storicamente sono i temi che contraddistinguono il giornale (la difesa dei diritti dei disabili e delle persone omosessuali), come tutti gli altri organi di stampa – agenzie, tv e siti internet. Post che aveva ricevuto il plauso anche della ministra per le disabilità Alessandra Locatelli”.
Interviene anche Tommaso Foti, capogruppo meloniano alla Camera: “Il caso della ristoratrice – commenta – pone il tema di una riflessione profonda sul ruolo dell’informazione e, in particolare, del servizio pubblico televisivo. Sul caso deve essere la giustizia – se investita – a stabilire verità e responsabilità”.
I politici fanno polemica inconcludente, visto che le elezioni si avvicinano, ma resta il fatto che talvolta i social possono indurre persone a comportamenti autolesivi. Ci vorrebbe, come chiede qualcuno più di buon senso, un intervento bipartisan per regolare la gestione di questo mezzo di comunicazione che, soprattutto fra i giovani, è ormai quasi l’unico strumento d’informazione, e se ne vedono gli effetti deleteri.