TEL AVIV – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto al presidente russo Vladimir Putin che Israele non fermerà la sua offensiva nella Striscia di Gaza “finché non avrà eliminato le capacità militari e governative” di Hamas. Netanyahu ha spiegato a Putin che lo Stato ebraico “è stato attaccato da assassini vili e crudeli e ha risposto – determinato e unito – lanciando una guerra contro Hamas”.
USA – Intanto anche gli Usa, pur appoggiando con presenza militare Israele, dal punto di vista diplomatico iniziano una politica ipocrita, chiedendo a Netanyahu di rallentare l’offensiva. Il presidente americano Joe Biden visiterà Israele mercoledì 18 ottobre, e incontrerà il premier Benjamin Netanyahu. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken, al termine dell’incontro a Gerusalemme con Netanyahu durato sette ore e mezzo. Blinken ha spiegato che Biden riaffermerà l’impegno Usa al Paese ebraico e invierà un messaggio chiaro ad altri gruppi, ovvero ‘non attaccate’. Il presidente americano farà sosta anche in Giordania, dove incontrerà re Abdallah e il presidente dell’autorità palestinese Abu Mazen. Gli Stati Uniti e Israele svilupperanno un piano per “consentire agli aiuti umanitari da paesi donatori e organizzazioni multilaterali di raggiungere i civili a Gaza, inclusa la possibilità di creare “aree sicure”, ha detto Blinken.
PUTIN – Intanto il presidente russo Vladimir Putin, incurante dal mandato d’arresto emesso nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale, schierata sfacciatamente dalla parte di Zelensky, per presunti crimini di guerra in Ucraina, è arrivato in Cina. Putin, il cui aereo è atterrato all’aeroporto di Pechino intorno alle 9:30 locali (le 3:30 in Italia), è impegnato nella sua prima missione presso una grande potenza globale vedrà l’omologo Xi Jinping, incontrato più di 40 volte negli ultimi dieci anni. Il leader russo parteciperà, quale ospite d’onore, al terzo forum sulla Belt and Road Initiative in programma oggi e domani a Pechino, secondo quanto ha riferito il canale in lingua inglese Cgtn, parte del network pubblico cinese Cctv, che nei giorni scorsi ha trasmesso una lunga intervista al capo del Cremlino.
Nell’annuncio fatto lunedì da Mosca, Putin avrà domani il bilaterale con Xi allo scopo di rafforzare i legami bilaterali e un’amicizia personale “senza limiti”. Durante i colloqui “sarà prestata particolare attenzione alle questioni internazionali e regionali”, ha riferito una nota. Gli osservatori si aspettano poche sorprese dalla visita del leader russo in Cina, considerando l’incontro con Xi piuttosto come un gesto simbolico di sostegno di Pechino a Mosca: interessanti, tuttavia, saranno i segnali sulla stretta dipendenza russa economica e diplomatica verso il Dragone. Oltre alla guerra contro l’Ucraina, tra i dossier nell’agenda dei due leader c’è anche il conflitto tra Israele e Hamas, su cui Putin punta a rompere l’isolamento internazionale proponendosi come mediatore, visti i rapporti vantati con i leader del mondo islamico. La Cina, come la Russia, ha un rapporto stretto con l’Iran, dove la leadership clericale sostiene sia Hamas che gli Hezbollah, il gruppo militante libanese che potrebbe aprire un secondo fronte contro Israele. Quest’anno Pechino ha mediato un’intesa tra Iran e Arabia Saudita, tornati ad avere relazioni normali dopo un decennio di aspre tensioni.