TEL AVIV – No’ al cessate il fuoco anche temporaneo e ‘no’ all’ingresso di carburante per gli ospedali della Striscia di Gaza. E’ questa la risposta del premier israeliano Benjamin Netanyahu alle richieste avanzate dal Segretario di Stato americano Antony Blinken arrivato in Israele per quella che è la sua terza visita nel Paese dall’inizio del conflitto con Hamas lo scorso 7 ottobre, proprio con l’intento di convincere Israele a concedere “una pausa” umanitaria per “permettere una mediazione”.
Non ci sarà alcun cessate il fuoco, nemmeno temporaneo, fino a quando tutti gli ostaggi che si trovano nella Striscia di Gaza saranno riportati in Israele, ha dichiarato il primo ministro Netanyahu dopo aver incontrato Blinken. ”Israele rifiuta un cessate il fuoco temporaneo che non preveda il ritorno degli ostaggi”, ha affermato.
E nel colloquio avuto con il segretario di Stato americano, Antony Blinken ha ribadito che “Israele non consentirà l’ingresso di carburante a Gaza e si oppone all’invio di denaro nella Striscia, riferisce il Times of Israel. Netanyahu ha finora sempre respinto ogni richiesta di far entrare carburante, necessario per gli ospedali e le pompe dell’acqua, sottolineando che Hamas dispone di ampie riserve per uso militare.
Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, continua nella sua posizione a sostegno completo dei terroristi di Hamas e si dichiara “inorridito” dall’attacco israeliano contro un convoglio di ambulanze a Gaza. Nel raid, avvenuto nei pressi dell’ospedale di Al-Shifa, sono rimaste uccise almeno 15 persone ed altre 50 sono state ferite, secondo le autorità sanitarie di Gaza controllate da Hamas. Israele ha ammesso la responsabilità dell’attacco, affermando di aver colpito un’ambulanza usata da Hamas per trasportare armi e combattenti. Israele sostiene infatti che all’interno dell’ospedale di Al-Shifa Hamas abbia nascosto il suo comando centrale.
Ma per Guterres, difensore di Hamas, gruppo terrorista palestinese, i diritti delle vittime e degli ostaggi israeliani non contano; interviene però per difendere i diritti umani dei palestinesi, ascoltando le ragioni di una sola voce, quella dei terroristi di Hamas..