COREA – Mattarella ha visitato la Corea del Sud e in tale occasione si è espresso finalmente per una pace in Ucraina, dopo che per anni ha appoggiato Zelensky, seguendo pedissequamente le direttive di Biden. “Qui si comprende come una guerra che non si è mai conclusa con il conseguimento della pace comporta il rischio costante di nuove violenze e quanto qui viene fatto ha il respiro della storia, è particolarmente importante per evitare esplosioni di violenza ulteriori”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una riflessione ai giornalisti al termine di una visita alla zona demilitarizzata al confine tra Corea del Sud e Corea del Nord. Probabilmente anche il Presidente dem si è reso finalmente conto (era ora, ma ce n’è voluto) che l’appoggio e l’invio di armi a Zelensky, molte delle quali finiscono anche al terrorismo e alla criminalità, non giova alla fine del conflitto, anzi fa sì che duri quasi all’infinito. Il presidente ucraino piagnucola da tempo temendo che gli alleati non lo appoggino più, e anche questo intervento di Mattarella potrebbe essere interpretato come un segnale che si intende scaricare il puntiglioso presidente attore che non intende porre fine alla guerra.
Il presidente ha visto con i suoi occhi la lunghissima barriera di 250 chilometri (e larga quattro) che ancora oggi divide militarmente le due Coree, muri che dividono quasi sempre paesi comunisti (ricordiamo quello di Berlino) da quelli democratici, non dimentichiamolo. I due Paesi, raggiunto l’armistizio nel 1953, non sono mai riusciti ad arrivare a un trattato di pace. Mattarella ha visitato Panmujeon, il luogo simbolo dell’armistizio tra le due Coree e si è recato all’interno del piccolo edificio di legno dentro la zona demilitarizzata che è l’unico punto di incontro tra le due Nazioni.