ROMA – La Meloni, zitta zitta, si sgancia dall’Europa neghittosa e imbelle e instaura accordi internazionali con Paesi che accolgano i clandestini sbarcati sulle nostre coste. Un patto tipo quelli siglati dalla Ue con Turchia e Tunisia, ma stavolta solo bilaterale per evitare pericolose ingerenze delle sinistre europee. I compagni schiumano di rabbia, gridano all’attentato al diritto d’asilo, ma in realtà protestano perché vedono in pericolo il lucroso business delle cooperative rosse e indirettamente vanno in soccorso anche di Papa Francesco e del business dell’accoglienza delle varie Caritas.
Meloni ha dunque annunciato di aver raggiunto un accordo «storico e innovativo» per la realizzazione in Albania di due centri per la gestione dei migranti, solo quelli soccorsi in mare. Esclusi «i minori — ha detto la premier—, le donne in gravidanza e i vulnerabili». Una volta intercettati, i migranti saranno portati nel porto di Shengjin, a due passi dal Montenegro, dove verranno sbarcati, identificati e sottoposti a screening. Da qui, saranno spostati in una sorta di cpr nella vicina Gjadër. «L’Albania — si legge in una nota — collaborerà per la sicurezza e la sorveglianza». Ma le due strutture saranno sotto giurisdizione italiana. Dovrebbero complessivamente ospitare 3.000 persone e secondo la premier «grazie alle procedure accelerate volute da questo governo, che consentono di processare le richieste di accoglienza entro 28 giorni, il flusso sarà di circa 36 mila persone all’anno». Il protocollo «disegna la cornice politica e giuridica della collaborazione» a cui seguiranno i provvedimenti tecnici, incluse le coperture finanziarie. I centri dovranno «essere operativi entro la primavera 2024».
COMMISSIONE UE – Un portavoce della Commissione Ue, sentito da La Presse si dice «a conoscenza dell’accordo», sia pure senza «aver ancora ricevuto informazioni dettagliate». Consapevoli che il patto «dovrà essere tradotto in legge e ulteriormente implementato. È importante che qualsiasi accordo rispetti pienamente il diritto comunitario e internazionale».
Per la premier «l’immigrazione di massa è cosa che gli Stati non possono affrontare da soli». E dunque, ecco la cooperazione «con gli Stati che solo per ora sono extra Ue», fiera «che l’Italia sia da sempre uno dei grandi sostenitori dell’Albania nell’Ue». La conferma dal premier albanese Edi Rama: «L’Albania non è uno stato Ue, ma questo non ci impedisce di vedere il mondo come europei». Ma «noi non avremmo fatto questo accordo con nessun altro. Per la natura storica e culturale ma anche emozionale» del rapporto con l’Italia. L’intesa serve a dare «respiro in una situazione difficile».
PD – per il Pd,che schiuma di rabbia, ecco il primo commento di Peppe Provenzano: «Nel migliore dei casi un pasticcio, nel peggiore una violazione di diritti. Ma la “dottrina” Meloni è chiara: rinuncia in Ue a cambiare Dublino (per non turbare gli amici nazionalisti) e accordi indegni che nemmeno funzionano (Tunisia)». Il Pd e le sinistre fanno opposizione preconcetta e si adoperano in ogni modo all’estero per squalificare l’Italia e affossare il governo. Ma sembra che non sarà così facile, a meno di un soccorso rosso delle istituzioni europee, dela finanza internazionale e di qualche massima autorità nostrana, come avvenuto in passato.