ROMA – Mentre l’Europa si appresta a discutere, ancora una volta, della questione migranti, sollevata da decenni dall’Italia e mai risolta, il Governo Meloni tenta, con le sue sole forze e nonostante il fuoco contrario delle opposizioni, di porre un limite all’invasione.
Con il decreto migranti 2023 arriva la nuova stretta del governo. ”Questo è un decreto legge d’urgenza” che si snoda ”in 11 articoli”, dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in conferenza stampa. Il ”decreto interviene in materia di espulsione di soggetti pericolosi prevedendo una rifinitura della normativa. Per quanto riguarda i lungo soggiornanti viene precisato che l’esplusione” quando ci ”sono gravi motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato possa essere decretata dal ministro dell’Interno”. Il decreto prevede, tra le altre cose, espulsioni più facili per irregolari, più controlli sui visti di ingresso e la verifica dell’età dei minori non accompagnati.
”Per quanto riguarda l’accertamento dell’età del minore viene stabilito in caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati che l’autorità di pubblica sicurezza possa disporre una rilevazione antropometrica” o ”accertamenti anche radiografici per la valutazione dell’età”. Gli accertamenti sono autorizzati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni.
Il nuovo giro di vite deciso dal governo prevede che se lo straniero presenta una nuova domanda di protezione internazionale (domanda reiterata) durante l’esecuzione di un provvedimento di espulsione, il presidente della commissione territoriale, in composizione monocratica, valuta preliminarmente e immediatamente l’eventuale inammissibilità della domanda reiterata di protezione internazionale. In questo modo si contrasta la pratica delle domande di asilo pretestuose e dilatorie, Il decreto prevede un potenziamento dei controlli sui visti in ingresso in Italia e che quindi un contingente di 20 unità della polizia possa essere collocato in ambasciate e consolati” anche ”per scongiurare tentativi di immigrazione illegale con falsi documenti”, spiega il ministro.
CONSIGLIO UE – Sui migranti è in programma un’altra riunione dell’Unione Europea, con scarse possibilità di decisioni effettive. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata) dicevaTito Livio, (Storie, XXI, 7, 1). Così oggi, mentre a Bruxelles si discute, Lampedusa e l’Italia sono invase dai clandestini. Il Consiglio Affari Interni che si riunirà a Bruxelles si focalizzerà sulla “dimensione esterna delle migrazioni”, quella sulla quale in genere gli Stati membri dell’Ue sono meno in disaccordo, e anche, tra l’altro, della situazione sull’isola di Lampedusa. Intanto l’Unione Europea, per dirla con il presidente del Ppe Manfred Weber, è precipitata di nuovo in una “crisi migratoria“. Potrebbe non essere un Consiglio risolutivo, ma i ministri dell’Interno dell’Ue avranno comunque “molto di cui parlare”, osserva un alto funzionario Ue, tra memorandum d’intesa tra Unione Europea e Tunisia e piano in dieci punti per la gestione delle migrazioni presentato dalla Commissione. Si parlerà anche dell’estensione della protezione temporanea, data ai rifugiati ucraini in fuga dalla guerra, scatenata dalla Russia. A colazione i ministri si confronteranno con i colleghi di 14 Paesi latino-americani, principalmente sulla lotta contro il traffico di droga. Il vicepresidente Margaritis Schinas, di ritorno da un viaggio in alcuni Paesi africani (Guinea, Costa d’Avorio, Senegal), informerà i ministri sui colloqui avuti nei tre Paesi di origine dei migranti irregolari. La presidenza non ha messo, almeno per ora, all’ordine del giorno una discussione sul regolamento sulle crisi migratorie, sul quale il Consiglio non ha ancora trovato una posizione comune a maggioranza qualificata. Lo stallo in Consiglio sul regolamento crisi ha indotto il Parlamento a interrompere i negoziati su altri file del patto Ue sulle migrazioni, vista l’importanza della norma nel pacchetto complessivo, che la presidenza spera di concordare in questa legislatura, prima delle elezioni europee del prossimo giugno. Speranze, solo speranze, e noi aspettiamo invano l’aiuto della matrigna Ue.