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Mosca: Putin e Xi Jinping rinsaldano alleanza e parlano di pace in Ucraina

MOSCA – Xi Jinping a Mosca su invito di Vladimir Putin. Volodymyr Zelensky aspetta la chiamata del presidente della Cina. Gli Stati Uniti osservano. Pechino al centro dello scacchiere, con la guerra tra Ucraina e Russia sotto i riflettori mentre il presidente russo viene colpito dal mandato d’arresto della Corte penale internazionale per la deportazione di civili ucraini e in particolare bambini (commento russa: “è carta igienica”).

Xi Jinping effettuerà una visita di stato in Russia dal 20 al 22 marzo su invito di Putin: l’annuncio del ministero degli Esteri cinese ha ‘acceso’ le ultime 24 ore. La visita sarà “all’insegna dell’amicizia, della cooperazione e della pace”, secondo Wang Wenbin, portavoce del ministero.

Putin gioca in casa e vuole sfruttare la chance. “Il 21 marzo sarà il giorno dei negoziati”, dice il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, preannunciando anche dichiarazioni dei due leader alla stampa. Annunciando l’agenda ufficiale della visita di Xi in Russia, la prima dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il Cremlino precisa che già lunedì ci sarà un faccia a faccia tra i due presidenti ed è previsto per quel giorno un “pranzo informale”. “Salvaguardare la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo comune è il principio della politica estera cinese”, afferma ancora il portavoce, ripetendo che “sulla questione ucraina la Cina è sempre stata dalla parte della pace e del dialogo”.

Ma entra ovviamente in scena (poteva mancare lo show dell’ex attore?) l’onnipresente Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è pronto ad avere una conversazione telefonica con il presidente cinese Xi Jinping. I segnali, però, non sembrano incoraggianti: “Non credo che per la Cina sia arrivato il momento… se si appresta ad armare la Russia”, dice in un’intervista alla Bbc il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Con questi presupposti e con queste affermazioni certo non si spiana la strada al dialogo, ma l’Ucraina vuole evidentemente vincere sul campo.

Osservatori particolarmente interessati in prima fila, ovviamente, gli Stati Uniti, che con la loro politica anticinese favoriscono la saldatura fra Russia, Cina e Corea del Nord. . Washington ha più volte avvertito Pechino sui rischi di un appoggio concreto a Mosca nella guerra in corso da un anno. I rapporti Usa-Cina vivono un momento di tensione, come dimostrano anche gli ultimi scambi di messaggi successivi al ‘caso pallone spia’.

John Kirby, portavoce del consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, esprime le “profonde preoccupazioni” per i tentativi di Pechino di presentare l’incontro della prossima settimana tra Xi Jinping e Vladimir Putin come una mediazione di pace, in una cornice che, sostengono gli Usa, sarebbe “di parte e che riflette solo la prospettiva russa”. “Noi non crediamo che questo sia un passo verso una pace giusta e duratura”, aggiunge il portavoce della Casa Bianca. In sintesi, secondo gli Usa, “un cessate il fuoco ora è effettivamente la ratifica delle conquiste russe” e una proposta cinese diventerebbe un assist prezioso per Putin. “La Russia sarebbe libera di usare il cessate il fuoco solo per trincerare le loro posizioni in Ucraina per ricostruire, risistemare e rinfrescare le proprie forze per poter riprendere gli attacchi all’Ucraina quando vorrà”, conclude Kirby.

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