WASHINGTON – Gli americani sono stanchi delle politiche dem e del presidente Biden, del sostegno incondizionato a Zelensky, dell’atteggiamento aggressivo e bellicoso del presidente dem in varie parti del mondo. La gestione di quest’ultimo mandato viene giudicata fallimentare soprattutto dal punto di vista della politica estera e si nutrono dubbi anche sull’opportunità che Biden, sulla cui salute sono state avanzate molte perplessità, possa continuare per altri 4 anni a reggere la grande democrazia americana.
Dall’altra parte della barricata invece emerge ancora Donald Trump, che ha vinto trionfalmente la prima tappa delle primarie repubblicane in Iowa. Una valanga di voti per il tycoon che alla fine sfonda con poco più del 50% dei voti e un distacco record di circa 30 punti sul secondo, Ron De Santis. Il tycoon ha mietuto consensi in tutte le aree sociali, a partire dagli evangelici, con l’unica debolezza delle zone suburbane.
Un risultato stupefacente se si pensa che nel 2016 Trump qui arrivò secondo e che da allora ha subito due impeachment ed è in attesa di quattro processi penali, di cui due per aver tentato di sovvertire l’esito del voto. Ma il tutto è orchestrato dai politici e dai procuratori dem e la parola definitiva dovrebbe essere pronunciata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.
La gara fra gli sfidanti ha visto al secondo posto Ron DeSantis contro Nikky Haley, contrariamente alle previsioni. La prossima sfida il 23 gennaio nel più liberal New Hampshire. Si è ritirato invece l’imprenditore tech di origini indiane Vivek Ramaswamy (quarto col 7,7%), che ha dato il suo endorsement all’ex presidente Trump.
“Sono onorato e rinvigorito da questa vittoria”, il primo commento del tycoon su Fox, prima del suo discorso ufficiale. Ha iniziato in tono conciliante, ma ha subito attaccato Joe Biden, “il peggior presidente della storia Usa” e il regista dei suoi processi (“una interferenza elettorale”). E ha promesso di “sigillare il confine col Messico contro l’invasione di criminali e terroristi”, attuando “un sistema di deportazioni che non si vede in questo Paese dai tempi di Eisenhower”.
Biden ha riconosciuto che dopo l’Iowa Trump “è il favorito per la nomination repubblicana” e ha previsto una campagna fondata su “vili attacchi, bugie infinite e spese massicce”. Da bravo esponente delle sinistre, spera che la via giudiziaria gli dia una mano per sopravanzare il tycoon, un’abitudine in voga soprattutto in Italia. Tutti i mezzi sono buoni per riconquistare il potere, anche se non si gode del favore popolare.