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Tabaccaia assassinata: il 43enne nordafricano accusato di omicidio confessa, ma afferma che non voleva uccidere

FOGGIA – Ancora oggi i massimi quotidiani e agenzie conformisti e politicamente corretti non titolano che l’uomo reo confesso dell’omicidio della tabaccaia è un marocchino. Difendere l’onore dei migranti delinquenti è una mission insostituibile per le sinistre e i loro adepti. Anche se uccidono un’onesta lavoratrice per un bottino di 75 euro. Ma l’accoglienza sfrenata e incontrollata porta anche a questi eccessi.

Ha confessato, affermando però di non avere avuto intenzione di uccidere, Redouane Moslli, il cittadino marocchino (noi lo diciamo a chiare lettere) di 43 anni fermato per l’omicidio della tabaccaia di Foggia, Francesca Marasco, uccisa a coltellate a Foggia il 28 agosto scorso nel suo negozio durante un tentativo di rapina.

Secondo quanto riferito dal legale dell’uomo, Redouane Moslli era a Foggia dall’11 luglio scorso, era impiegato come bracciante agricolo nelle campagne di Torremaggiore e viveva in un dormitorio in città. Conosceva la tabaccheria di via Marchese de Rosa perché vi si era recato già in altre occasioni. Secondo quanto riferito dal legale, l’uomo ha confessato che la mattina del 28 agosto, in difficoltà economiche, “armato di coltello è entrato nella tabaccheria, puntando il coltello alla gola della vittima, ferendola una prima volta perché la donna si sarebbe mossa”. Poi avrebbe tentato di portar via soldi, 75 euro, presi dalla cassa, ma la donna avrebbe cercato di bloccarlo e l’uomo l’avrebbe ferita al torace con il coltello dalla lama appuntita.

“Sin dal momento del fermo a Napoli, Moslli Redouane si è messo a disposizione dell’autorità giudiziaria – precisa l’avvocato – avendo capito di aver sbagliato; stamane ha reso dichiarazioni durante l’interrogatorio, ha fornito tutti gli elementi al Pubblico Ministero, entrando nei particolari; ha prestato il consenso agli accertamenti ed al prelievo del proprio dna”. Secondo il legale “si è trattato di una rapina finita in malo modo, poiché non ha saputo gestire la situazione e non aveva alcuna volontà di uccidere la vittima”.

La difesa cerca di sminuire al massimo le responsabilità del marocchino, e siamo quasi sicuri che ci riuscirà, vista la magnanimità della nostra legislazione e dei nostri giudici nei confronti dei migranti. Sicuramente ci sarà un occhio di riguardo del popolo del web – soprattutto a sinistra – per il migrante che uccide una commerciante, mentre moltissimi leoni di tastiera si scatenano chiedendo l’ergastolo per l’uomo che ha ucciso un’orsa, impaurito per averla vista entrare nel suo terreno.

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