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Tumori in Italia: nel 2023 aumentano i casi (+5%), ma in 13 anni sono diminuiti quelli mortali (-14,4% per gli uomini e -6,1% per le donne)

ROMA – La rivista Wired del dicembre 2023 ci informa che è stato appena pubblicato il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023”, a cura dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio Nazionale Screening (Ons), Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), Passi d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPeC-IAP).
Le stime raccolte dagli esperti raccontano che nel 2023 ci sono state nel complesso più diagnosi di tumore: i casi sono aumentati del 5% rispetto al 2020, passando da 376.600 a 395.000 (208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne). Il tumore più frequente è quello della mammella (55.900 casi), a cui segue il cancro al colon-retto (50.500), quello del polmone (44.000), poi le neoplasie della prostata (41.100) e della vescica (29.700). Le previsioni per i prossimi 20 anni, oltretutto, confermano un trend in crescita, con le nuove diagnosi che aumenteranno in media dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne ogni anno.
Lo stile di vita è una delle cause. Fumo, sedentarietà, obesità e abuso di alcol non giovano certo alla causa. Ma una delle cause principali, dovuta alle difficoltà del sistema sanitario nel periodo pandemico e dopo, anche per la frenesia delle vaccinazioni, è adesso quella della diminuzione degli screening. Questa nota dolente (che potrebbe in buona parte spiegare l’aumento dei nuovi casi di neoplasie) riguarda la prevenzione secondaria, ossia quelle strategie per intercettare i tumori in stadio precoce.
L’adesione allo screening mammografico e a quello del colon-retto, in particolare, torna al di sotto dei livelli pre-pandemia. Se nel 2021 le campagne di screening avevano recuperato riportandosi ai livelli raggiunti prima dell’avvento del coronavirus Sars-Cov-2, nel 2022 si è assistito a una nuova flessione nella copertura (-3%), con lo screening per il tumore al seno che si attesta al 43% e quello per le neoplasie del colon-retto al 27% a livello nazionale. I dati più preoccupanti si sono registrati nel Nord Italia, dove l’adesione allo screening mammografico è passata dal 63% nel 2021 al 54%, mentre quella allo screening colorettale è scesa dal 45% al 38%.
Ma, per fortuna, l’oncologia, in questo periodo, ha segnato grandi progressi : in 13 anni sono state salvate 268mila vite (206.238 uomini e 62.233 donne, cioè una diminuzione dei decessi rispettivamente del 14,4% e del 6,1%). Secondo lo studio citato, l’analisi del profilo molecolare dei tumori e quindi l’applicazione di terapie mirate, per esempio, hanno portato risultati clinici prima impensabili, compreso spesso il controllo di malattia prolungato nel tempo. Un’altra grande innovazione è stata l’immunoterapia, che ha cambiato il paradigma terapeutico di diversi tumori solidi e che in una certa percentuale di pazienti consente una risposta duratura, anche per anni.
Occorrerebbe dunque perseverare su questa strada e non seguire, in altri campi, le campagne delle società produttrici di farmaci. L’attuale, nuovamente intensa, campagna alla vaccinazione anticovid non fa presagire niente di buono. La strada giusta, per la lotta ai tumori, è quella di puntare sulla prevenzione e cura del male, ma su questo, anche in Europa, le iniziative non si moltiplicano, megli stare attenti alle indicazioni della produzione di farmaci.

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