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Tumori: la pandemia ha rallentato cure e diagnosi. I numeri del 2022 e le testimonianze dei malati

ROMA – La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori in occasione della Settimana nazionale per la prevenzione oncologica, promossa ogni anno, ha nuovamente lanciato l’allarme: i numeri del cancro sono allarmanti
Lo scorso anno (2022) sono stati registrati 390.700 nuovi casi di cancro nel nostro Paese, 1.071 persone, ogni giorno, hanno avuto una diagnosi, e 496 persone, ogni giorno, hanno perso la vita.

“Sono numeri da pandemia, più del Covid” ha affermato Francesco Schittulli, presidente nazionale della LILT, senologo e chirurgo oncologo sottolineando che “Per questo la Lilt ha chiesto al Governo di istituire il bollettino quotidiano o settimanale del cancro, per mantenere alta la guardia”. Ma Speranza e soci, imitati da molte regioni progressiste, come la Toscana, hanno puntato tutto sulla pandemia e sui vaccini, bombardandoci con i numeri di morti, contagi, vaccinazioni. E lasciando in secondo piano altre malattie, con i risultati che sono stati indicati sopra. Alcune inchieste in corso faranno chiarezza.

Numerose le tstimonianze di malati di tumore, che hanno dovuto lottare contro la malattia e contro le difficoltà derivanti dai lockdown di Speranza nei governi Conte2 e Draghi. Una di queste è stata presentata al Salone del libro di Torino dall’Editore Pietro Pintore. Il volume, dal titolo significativo: “Malato di tumore in tempi di lockdown, sensazioni, paure, speranze “ viene distribuito nelle librerie proprio in questi giorni.

Camillo De’ Lorenzis è lo pseudonimo scelto dall’autore, che ha voluto raccontare, in 80 brevi pagine, la difficile avventura di una persona che, già costretta alle limitazioni stabilite a partire dal 2020 in tema di pandemia, si è trovata ad affrontare le difficoltà, anche psicologiche, oltre che sanitarie, che un malato di tumore incontra in tempi normali, aggravate dalle restrizioni e dalle imposizioni, perfino dalle multe, imposte dal governo.
Un calvario che ha annoverato anche esperienze internazionali, visto che anche la Francia, paese dove l’autore ha accusato i primi gravi sintomi, aveva deciso un lockdown ancora più severo di quello italiano.
Camillo narra la sua esperienza, il ricovero in ospedale, l’operazione, la diagnosi, la degenza postoperatoria, durante la quale ha visto morire malati di tumore operati poco prima. Descrive la terapia, i controlli, ci racconta la sua speranza di farcela. Con l’aiuto e il sostegno dei sanitari, della famiglia e degli amici, tutti fattori essenziali per alleviare le preoccupazioni di un malato grave in un periodo come quello che stiamo vivendo.
Ma, nonostante tutto, la speranza di guarire è l’ultima a morire, afferma Camillo, confortato dagli attuali progressi della medicina e della ricerca.

È una narrazione improntata alla consapevolezza della gravità di una malattia che spesso purtroppo non perdona, esemplare l’ultimo caso di Gianluca Vialli. Ma Camillo preferisce pensare positivo: di cancro si può guarire, è una lotta di tutti e per tutti. Questo il messaggio dell’autore, che non dimentica un pensiero ammirato e riconoscente per la professionalità e l’amore con il quale è stato seguito dai sanitari che l’hanno prima operato e poi curato.

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