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Tunisi: firmato il memorandum con la Ue, accordi per la gestione dell’immigrazione. 150 milioni da von der Leyen a Saied

TUNISI – Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e Mark Rutte hanno concluso con il presidente Kais Saied il Memorandum d’intesa con l’Ue, imprimendo così una svolta alle politiche della dimensione esterna della migrazione e facendo da apripista ad altri possibili accordi. Si tratta di un indubbio successo della Meloni e quindi sinistre italiane ed europee e le Ong schiumeranno di rabbia.

I cinque pilastri del Memorandum – assistenza macrofinanziaria, relazioni economiche, cooperazione energetica, migrazione, contatti tra le persone – ricalcano la strategia della Commissione: quella di accordi a tutto tondo, che accompagnino alla cooperazione sul contrasto ai trafficanti una forte accelerazione nei rapporti economici e nelle politiche di approvvigionamento di energia sostenibile. L’accordo “è un investimento nella nostra prosperità condivisa, nella stabilità e nelle generazioni future”, è stato il commento della presidente della Commissione.

Certo, Bruxelles ha ribadito che, oltre ai 150 milioni di euro di fondi per sostenere il disastrato bilancio tunisino, per ora non arriverà nulla in più. I restanti 900 milioni verranno erogati “quando ci saranno le condizioni”, ha spiegato von der Leyen ribadendo, allo stesso tempo, l’urgenza, “oggi più che mai, di un’efficace cooperazione sulla migrazione”

Con la firma, Saied ha incassato la fiducia dell’Ue nonostante il rebus del rispetto dei diritti dei migranti. Von der Leyen ne ha ribadito la necessità. Ma Saied ha replicato attaccando le Ong: “Il popolo tunisino ha mostrato una generosità illimitata nei confronti di questi migranti espulsi dai propri Paesi, mentre molte Ong che dovrebbero assumere il loro ruolo umanitario hanno agito solo attraverso comunicati stampa. Questi comunicati stampa possono proteggere queste vittime dalla fame e dalla sete? Per non parlare delle manovre di diffamazione e fake news con l’obiettivo di danneggiare la Tunisia e il suo popolo”.

Ora i 27 Paesi Ue sono chiamati a dare via libera all’intesa e siamo sicuri che le sinistre europee e alcuni Paesi dell’Est attaccheranno l’accordo.

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