MOSCA – Le Autorità russe denunciano che, vicino allo Stretto di Kerch, per due volte gli ucraini hanno cercato di colpire con i loro missili il Ponte di Crimea, ma i vettori sono stati abbattuti e non si registra alcun danno. Il ministero della Difesa russo ha promesso una dura risposta, ma ha detto che le proprie difese, dopo avere sventato durante la notte 20 attacchi di droni ucraini contro la Crimea, hanno abbattuto due missili che le forze di Kiev hanno lanciato verso il ponte sullo Stretto di Kerch, attraversato nelle ultime settimane da file di auto di vacanzieri russi diretti alle spiagge della stessa Crimea, annessa da Mosca nel 2014.
Secondo i vertici militari russi, per questi attacchi – il primo intorno alle 13 e il secondo alle 15 ora locale – gli ucraini hanno impiegato missili anti-aerei S-200 modificati per poter colpire obiettivi a terra. Un rappresentante dell’amministrazione russa della Crimea ha detto che il denso fumo che ha avvolto il ponte è stato sprigionato da un sistema di difesa allestito a protezione dell’infrastruttura.
La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha affermato che Kiev, frustrata per gli scarsi risultati della sua controffensiva sul campo, cerca di rifarsi con attacchi a obiettivi civili. “Queste azioni barbariche non hanno giustificazione e non resteranno senza risposta”, ha rincarato la portavoce.
Da parte loro le autorità ucraine hanno accusato i russi di avere ucciso una donna in un bombardamento nella regione nord-orientale di Kharkiv e un ufficiale di polizia in un altro attacco sulla città di Orikhov, nella regione di Zaporizhzhia. Proprio in quest’ultima regione le forze ucraine avrebbero compiuto “avanzate significative” nella loro controffensiva verso sud raggiungendo la periferia di Robotyne, secondo quanto sostiene il think tank americano Istituto per lo studio della guerra (Isw). Ma i russi, aggiunge la stessa fonte, continuano ad avanzare nel quadrante nord-orientale in direzione di Kupyansk, nell’oblast di Kharkiv.
POLONIA – Oltre mille chilometri a nord-ovest si fa sempre più tesa la situazione lungo quello che minaccia di diventare un nuovo fronte di questa guerra: il confine tra la Bielorussia, alleata di Mosca, e la Polonia, tra i Paesi più intransigenti dello schieramento anti-russo. Il ministro degli Esteri polacco, Mariusz Blaszczak, ha annunciato che Varsavia si appresta ad inviare anche elicotteri da combattimento alla frontiera, dopo aver deciso di schierare 10.000 soldati aggiuntivi per far fronte a eventuali “provocazioni” di Minsk. Il ministero della Difesa polacco “monitora costantemente la situazione e sta facendo di tutto per rafforzare la sicurezza” della popolazione, ha proseguito Błaszczak: “Spostare le unità militari verso est, rafforzare la linea difensiva e aumentare il numero dei soldati sono azioni che proteggono i nostri cittadini”, ha spiegato. E poi: “Certo, dobbiamo avere una visione fredda della situazione, prima la deterrenza”. “In totale, ci saranno circa 10.000 soldati al confine e nelle zone di confine, di cui 4.000 sosterranno direttamente la Guardia di frontiera, mentre il resto si addestrerà e guarderà in riserva.
ZELENSKY – Intanto Kiev annuncia che le forze di difesa aerea ucraine hanno distrutto la notte scorsa tre droni Shahed russi nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram l’Aeronautica militare di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. “Nella notte del 12 agosto 2023, il nemico ha attaccato con cinque droni da combattimento Shahed-136/131dalla direzione sud-est”, si legge nel messaggio. “Le forze di difesa aerea hanno distrutto tre Shahed entro i confini della regione di Zaporizhzhia”, prosegue il comunicato.
Mentre Zelensky, quasi a giustificare l’insuccesso evidente della sua controffensiva, denuncia che “in totale, ad oggi, 174mila chilometri quadrati del nostro Paese sono potenzialmente pericolosi a causa di mine e munizioni inesplose. Ogni giorno, i nostri specialisti rilevano centinaia di oggetti esplosivi”. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. “Più abbiamo macchine per lo sminamento, più droni speciali abbiamo per lo sminamento, più attivamente saremo in grado di ripristinare la sicurezza. Grazie a ogni Paese che ci aiuta”, ha aggiunto, esprimendo gratitudine in particolare all’Azerbaigian “pronto a fornire un nuovo pacchetto di sostegno umanitario, comprese le attrezzature per lo sminamento” e “tutti i nostri specialisti” impegnati nel Paese nella rimozione delle mine.