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Ucraina: il governo ammette responsabilità per il camion bomba sul ponte di Kerch, in Crimea. Sbugiardato Zelensky

KIEV – La guerra in Ucraina giunge al giorno 501. Kiev ammette per la prima volta l’attacco al ponte di Crimea nell’ottobre del 2022, che causò 4 morti. Per la prima volta il ministero della Difesa ucraino ha riconosciuto la responsabilità di Kiev nell’attacco al ponte di Crimea dell’8 ottobre 2022. “L’attacco dal ponte di Kerch, in Crimea, è una nostra responsabilità”. Il governo ucraino ha ammesso di aver organizzato e portato a termine l’attacco avvenuto l’8 ottobre del 2022, in cui venne danneggiato gravemente il ponte di Kerch, che collega la Crimea alla Russia. Per il 500esimo giorno di guerra, la viceministra della difesa, Hanna Malyar ha pubblicato su Telegram l’elenco dei successi ucraini osservando che la data segna anche il “273 giorno dal primo colpo sul ponte di Crimea sferrato per interrompere la logistica dei russi”. Il ponte di Crimea venne fatto saltare in aria con esplosivo portato da un camion bomba. Sbugiardate le affermazioni di Zelensky e dei suoi scherani, che negarono assolutamente qualsiasi responsabilità nell’attentato, sostenuti dagli alleati occidentali. Ma si tratta di una strategia ben nota alle sinistre e consueta di quel regime.

La responsabilità ucraina per l’attacco dell’ottobre 2022 era già diventata di pubblico dominio nonostante i tentativi di tenerlo nascosto da parte del presidente attore. Lo scorso autunno, il New York Times ha pubblicato un’inchiesta, “Come l’Ucraina ha fatto saltare in aria un ponte chiave russo”, che descriveva in dettaglio come gli agenti ucraini hanno caricato un camion di esplosivo e l’hanno fatto saltare in aria mentre si trovava a metà del ponte, uccidendo quattro persone e danneggiando gravemente la struttura in quello che il presidente russo Vladimir Putin aveva giustamente definito un “atto terroristico”. Tollerato e sottovalutato dagli occidentali in ossequio al sostegno indiscriminato a Zelensky e ai suoi.

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