MOSCA – Mentre resta solo la voce (e l’azione) del Vaticano e di Papa Francesco a coltivare il sogno della pace, i contendenti scaldano i motori e potenziano le armi in previsione di una lunga stagione di guerra in Ucraina. Seguendo i propositi bellicosi di Putin da un lato, e di Biden e Zelensky dall’altro, pedissequamente sostenuti dalla Ue.
La Russia sta realizzando un piano di potenziamento che costa 2 miliardi di dollari, un ibrido di tecnologia iraniana e russa. Un’importante inchiesta del Washington Post ha fatto luce sulla notizia secondo cui la Russia starebbe per importare ben 6000 droni kamikaze Shahed-136 di fabbricazione iraniana. Stando a quanto scritto sul quotidiano statunitense, infatti, la Federazione russa starebbe installando un progetto di costruzione di velivoli senza pilota iraniani su licenza nell’impianto russo di Alabuga. I droni kamikaz sono progettati per colpire bersagli a terra fino a 2500 chilometri dal sito di lancio, Alabuga per ora avrebbe prodotto solamente trecento strutture di droni a cui la Russia avrebbe poi aggiunto motori comprati dall’Iran.
Israele avrebbe concluso accordi per vendere il sistema di difesa missilistico Arrow 3. alla Germania. Il governo israeliano ha dichiarato che l’accordo è stato approvato dal Dipartimento di Stato americano. La necessità di approvazione è dovuta al coinvolgimento dell’Agenzia statunitense per la difesa missilistica nello sviluppo. L’accordo avrà un valore di 3,5 miliardi di dollari. Arrow 3 è un sistema di difesa missilistica il cui sviluppo è stato guidato dalle Israel Aerospace Industries (IAI). L’arma è progettata per intercettare i missili balistici nemici al di fuori dell’atmosfera. La Germania pagherà 600 milioni di dollari in anticipo, destinati a coprire le perdite israeliane se l’accordo dovesse fallire. Se tutto andrà secondo i piani, il contratto sarà firmato entro la fine del 2023, quando i parlamenti di entrambi i Paesi saranno d’accordo.
Continuano le forniture di armi dagli stati membri della NATO a Zelensky, anche se in misura non sufficiente a coprire le ampie perdite registrate negli ultimi mesi e soprattutto nella controffensiva in atto dal 4 giugno sui fronti di Zaporizhia e Donetsk. Il 14 agosto il presidente ucraino ha inviato un messaggio di ringraziamento agli Stati Uniti per un nuovo pacchetto di aiuti militari dal valore di 200 milioni di dollari che include missili da difesa aerea, munizioni di artiglieria, sistemi di sminamento e armi anticarro. Il ministro della Difesa ceco, Jana Cernochova, ha reso noto che gli elicotteri da combattimento Mi-24 di fabbricazione sovietica che Praga sta sostituendo con elicotteri statunitensi potranno trovare un impiego in Ucraina. Trovano così conferma le ipotesi che l’arrivo degli elicotteri statunitensi UH-1Y Venom e AH-1Z Viper renda disponibili i Mi-24 per la cessione all’Ucraina che già impiega da tempo velivoli dello stesso tipo. Il governo tedesco ha annunciato una nuova tranche di aiuti militari all’Ucraina che include due sistemi missilistici antiaerei IRIS-T SLM, 4.500 proiettili d’artiglieria da 155mm, 10 radar di sorveglianza a terra GO12 e quattro camion 8×8 HX81. Mentre le missioni di Zelensky in Danimarca e Olanda per chiedere aerei da combattimento hanno avuto successo: i due governi hanno promesso di fornirgli decine di agognati F-16 per ovviare alla supremazia sui cieli da parte dell’aviazione russa.
La pace sembra sempre più lontana e si scaldano i motori anche in altri settori del mondo, grazie all’aggressività di Biden e dei dem Usa, che vogliono mantenere a tutti i costi la loro supremazia militare, economica e politica, ma non si accorgono che gli equilibri mondiali stanno mutando rapidamente.