Tra i principali obiettivi che la Commissione Ue ha indicato agli Stati per la redazione dei loro Pnrr nazionali rientra quello della transizione ecologica. L’Italia ha istituito un ministero apposito, ma per ora non ha profittato gran che, un fattore negativo per noi, visto che non tutti i paesi riceveranno la stessa quantità di risorse nell’ambito del Ngeu e che l’Italia è il maggiore beneficiario dei fondi europei. Di conseguenza le risorse assegnate per queste due voci risultano superiori rispetto a quelle degli altri paesi. Per fare un confronto omogeneo quindi possiamo osservare come variano le percentuali di investimento in questi specifici settori per i diversi stati membri. In questo caso possiamo notare come l’Italia risulti all’ultimo posto, insieme alla Grecia, per quanto riguarda la percentuale di investimenti assegnata alla transizione ecologica con il 37,5% delle risorse complessive. Da notare peraltro che il 37% era il minimo di investimenti richiesti in questo settore dal regolamento europeo.
Vs meglio invece la posizione italiana per quanto riguarda la digitalizzazione, siamo al 7.mo posto con una quota di investimenti pari al 25,1% del totale. In questo caso al primo posto troviamo la Germania, unico paese a investire più della metà delle risorse (13,3 miliardi sui 25,6 totali) in questo settore.
Dobbiamo comunque evidenziare come transizione ecologica e digitalizzazione rappresentino le principali voci di investimento per il Pnrr italiano. Le basse percentuali infatti sono dovute al fatto che le risorse sono state suddivise tra diversi settori, tutti considerati molto importanti per la rinascita del paese. Dalla salute all’istruzione, passando per le infrastrutture e il welfare.