Rinnovare le Istituzioni

Demanio: arrivano la carta d’identità digitale degli immobili e la Piattaforma integrata

ROMA – L’evoluzione digitale, promossa dalla Ue, è usata strumentalmente dalle Agenzie finanziarie (demanio e Entrate) per individuare in modo sempre più preciso gli edifici sparsi sul territorio, ma anche per tartassare sempre più i proprietari di immobili già strozzati da Irpef, Tari e Imu. Ma così predica la segretaria del Pd, Elly Schlein, feroce nemica di quelli che considera ricchi, che vuol annientare la proprietà e il patrimonio per ridurre l’Italia come una vecchia Repubblica Socialista Sovietica, dei tempi di Stalin, quando la Russia, adesso demonizzata, veniva definita da PCI e Cgil “il paradiso dei lavoratori”.

Sono annunciate due novità. la Piattaforma integrata del Demanio e la carta d’identità digitale degli immobili che contiene i dati amministrativi, fisici e progettuali dell’edificio. Sono queste alcune delle iniziative dell’Agenzia del Demanio indicati alla presentazione del Rapporto annuale. Elementi necessari per gli interventi è la qualità della progettazione, garantita anche dall’adozione dei criteri del Building information modeling (Bim) e dei parametri ambientali, affinché gli immobili risultino autonomi dal punto di vista energetico ed efficienti nelle loro specifiche funzioni.

Molti i dati forniti. L’Agenzia del Demanio gestisce complessivamente 43mila immobili per un valore di 62,5 miliardi di euro. Secondo i dati riferiti alle convenzioni stipulate a oggi sono stati avviati complessivamente 529 interventi per 3,6 miliardi di euro, di cui 181 al Nord per un valore di 1,2 miliardi di euro, 169 al Centro per un valore di oltre un miliardo e 179 al Sud per un valore di 1,3 miliardi. Il Piano strategico industriale dell’Agenzia del Demanio punta ad impegnare 5,5 miliardi di euro entro il 2026, di cui 2,1 miliardi da realizzare e 3,4 miliardi di euro da avviare, riqualificando almeno 5 milioni di metri quadrati di immobili.

L’aumento atteso del valore del patrimonio e dell’indotto sul territorio sono stimati rispettivamente in 2,2 miliardi e in 2,3 miliardi. Questi, in sintesi, i dati contenuti nel primo Rapporto annuale dell’Agenzia del Demanio “L’Italia e i suoi beni: il patrimonio immobiliare dello Stato al servizio della pubblica amministrazione, dei territori, dei cittadini e delle imprese” presentato stamattina.

«Siamo impegnati a riqualificare gli immobili pubblici, rigenerando le aree sulle quali incidono secondo i modelli più moderni e innovativi di progettazione – ha detto la direttrice dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme – a offrire spazi più funzionali ed efficienti alla pubblica amministrazione e a restituire ai territori e ai cittadini immobili poco e male utilizzati, recuperando i beni dello Stato in disuso, tutelando il patrimonio storico-artistico». La presentazione del rapporto è stata l’occasione per fare il punto e indicare la visione dell’agenzia: trasformare grandi complessi immobiliari in disuso in cittadelle e poli della giustizia, uffici pubblici, residenze universitarie, scuole, centri di ricerca per restituire alla pubblica amministrazione, ai territori e ai cittadini edifici e aree riqualificate in un’ottica di rigenerazione urbana e sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Tutte belle scuse. La finalità precipua è quella di controllare sempre più gli italiani, visto il successo delle iniziative dei governi Conte2 e Draghi in tema di green pass e pandemia.

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