Con l’Unione che prevede di eliminare la dipendenza dalle forniture russe prima del 2030, è la Spagna che punta a diventare il nuovo hub del gas Europeo. Attualmente, il paese vanta il 45% dello stoccaggio di gas naturale liquefatto e un terzo del lavoro di rigassificazione in Europa, un processo quest’ultimo che converte il gas liquido in gas naturale. “Abbiamo un sistema estremamente versatile e flessibile” spiega Arturo Gonzalo, AD di Enagas, l’operatore nazionale spagnolo del gas. “Possiamo stoccare gas da una grande varietà di fonti. L’anno scorso, per esempio, ne abbiamo ricevuto da 14 paesi diversi. Abbiamo anche due collegamenti via gasdotto con la Francia. Quindi, senza dubbio, siamo un attore chiave quando si tratta di diversificare la fornitura in Europa”.
La Spagna ha una delle infrastrutture di gas più estese d’Europa, con un’enorme capacità di stoccaggio per il gas che arriva via nave e due gasdotti che collegano i giacimenti di gas del Nord Africa. Ma la fornitura incontra un collo di bottiglia quando raggiunge i Pirenei. Nuove e più grandi connessioni con la rete europea sono necessarie se la Spagna vuole davvero contribuire alla sicurezza energetica in Europa.”Stiamo parlando di garantire l’approvvigionamento energetico in Europa – puntualizza Oscar Barrero, responsabile della consulenza per l’energia e i servizi pubblici in PWC – e questa nuova infrastruttura può essere fondamentale. Quindi la volontà politica deve essere molto maggiore, così come l’accesso ai finanziamenti”.
Ma il governo spagnolo ha richiesto che qualsiasi nuova connessione con l’Europa sia compatibile con altre fonti di energia rinnovabile come l’idrogeno e biogas. Una delle priorità in futuro per ridurre la nostra dipendenza dal gas russo e raggiungere i nostri obiettivi di decarbonizzazione è l’idrogeno rinnovabile – illustra Gonzalo – e crediamo che la Spagna abbia un ruolo importante da svolgere in questa materia”.
L’amministrazione a Bruxelles sta lavorando senza sosta per garantire l’approvvigionamento energetico entro la fine del 2022, ma mentre la Russia continua l’invasione dell’Ucraina, l’Europa potrebbe essere costretta ad affrontare un inverno freddo