Il conflitto in Ucraina ci ha abituato ad annunci clamorosi, poi smentiti, soprattutto da parte degli esponenti politici del governo Zelensky. Che questa volta, secondo i primi risultati di accertamenti obiettivi, avrebbero confezionato una frittata epocale, rischiando addirittura di innescare una guerra fra Russia e Nato.
In merito a quanto si è verificato nelle scorse ore in territorio polacco, dove alcuni missili sono caduti causando l’uccisione di due persone, le prime notizie, amplificate da fonti ucraine, attribuivano alla Russia la responsabilità dell’attacco, fatto gravissimo, se accertato, perché trattasi di Paese Nato.
L’evento si è verificato a Przewodow, villaggio situato al confine nord orientale tra Polonia e Ucraina a pochi chilometri di distanza dalla città d Leopoli. Il Presidente ucraino Zelensky, senza alcun tipo verifica, ha accusato subito la Russia. “I missili caduti sulla Polonia, Paese Nato, sono russi e questo è un attacco alla sicurezza collettiva”, ha detto, chiedendo implicitamente l’attivazione dell’articolo 5 dell’Alleanza Atlantica, di cui l’Ucraina ancora non fa parte. Secondo questo paragrafo del trattato istitutivo della NATO: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che ciascuna di esse assisterà la parte intraprendendo immediatamente l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata”.
Ben diversa è stata la reazione della Polonia, Paese direttamente coinvolto nella vicenda. Varsavia ha convocato d’urgenza il Consiglio dei ministri per la sicurezza nazionale e la difesa per intraprendere un’indagine sull’origine dei missili, appellandosi poi all’articolo 4 dell’Alleanza Atlantica. “Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”. Una semplice consultazione quindi per ricostruire le dinamiche che hanno portato all’esplosione.
E infatti, dopo le prime analisi approfondite, l’origine dei missili sembra non essere russa. A confermarlo è stato lo stesso Presidente americano Joe Biden che ha assunto una posizione saggiamente prudente: “Non voglio dirlo finché non indaghiamo completamente. Tuttavia, dalle linee della traiettoria del missile, è improbabile che sia stato sparato dalla Russia, ma vedremo”.
Una sensazione che si è rafforzata nel corso delle ore fino ad arrivare ad una ricostruzione, ancora provvisoria, ma fondata su elementi di fatto, opposta a quella fatta da Zelensky: il missile non sarebbe russo bensì ucraino. L’affermazione proviene da fonti insospettabili perché si tratta dell’Associated Press, agenzia di stampa americana quindi difficilmente tacciabile di russofilia e del quotidiano Financial Times. L’agenzia, citando fonti di intelligence americana, sostiene che le indagini avrebbero stabilito la provenienza ucraina dei missili.
In pratica la contraerea di Kiev avrebbe tentato di colpire missili russi indirizzati verso la capitale e avrebbe mancato l’obiettivo. Il missile di Kiev quindi si sarebbe schiantato sul territorio polacco.
Oltre a Zelensky, appoggiato naturalmente da von der Leyen, era partita subito all’attacco l’attuale opposizione italiana: “Siamo con la Polonia, con l’Ucraina e con la NATO. La Russia deve trovare davanti a se un fronte compatto. I dittatori non si fermano con le carezze e gli appelli alla pace”, ha twittato Carlo Calenda. Sulla stessa linea anche Enrico Letta: “A fianco dei nostri amici polacchi in questo momento drammatico, carico di tensione e di paure. Quel che succede alla Polonia succede a noi”.