Rinnovare le Istituzioni

Energia: Ue in crisi per forniture gas e elettricità. Orban ospita due centrali nucleari russe

BUDAPEST – Mentre von der Leyen e Draghi obbligano a sacrifici i cittadini e le imprese europee e italiane sull’altare della difesa a oltranza di Zelensky, che non vuole assolutamente la pace, ma vuole vincere la guerra con gli aiuti occidentali, il vituperato (dai cosiddetti democratici) Orban assicura all’Ungheria risorse energetiche più che sufficienti per il futuro.

Semaforo verde al nucleare russo in Ungheria. Le autorità competenti del Paese guidato da Viktor Orbán hanno annunciato che la costruzione di due reattori nucleari ad opera dell’agenzia statale russa per il nucleare, Rosatom, per un valore di 12,5 miliardi di euro, inizierà nelle prossime settimane.

Non c’è guerra che tenga. Ai quattro reattori già presenti nella centrale nucleare di Paks, circa 100 chilometri a sud di Budapest, se ne aggiungeranno altri due che, secondo le stime del governo ungherese, dovrebbero raddoppiarne la produzione. Costruita nel 1980, la centrale di Paks è l’unica nel Paese, cui fornisce il 40% di elettricità. Secondo il ministro degli esteri magiaro, Péter Szijjártó, i due nuovi reattori dovrebbero entrare in funzione nel 2030.

“È ora più chiaro che mai che i Paesi che dispongono di energia nucleare e di centrali nucleari possono sentirsi più sicuri in termini di approvvigionamento energetico. Maggiore è la capacità energetica nucleare di un Paese, più sicuro sarà il suo futuro” , ha affermato Szijjártó.

Il progetto verrà finanziato per 10 miliardi da Rosatom, e per i restanti 2.5 dall’Ungheria. In molti vedono quest’accordo come un’ulteriore prova degli stretti legami tra il premier ungherese ultranazionalista, Viktor Orbán, e il presidente russo, vladimir Putin. Dallo scoppio della guerra, l’Ungheria è stato il Paese che più di tutti si è dimostrato riluttante all’applicazione di sanzioni nei confronti di Mosca. Ottenendo, in cambio del suo voto per il via libera al sesto pacchetto, un’esenzione dall’embargo sul petrolio russo. 

Orban pensa alla sicurezza e al benessere dei suoi cittadini, mentre Draghi va dietro a von der Leyen e Biden, e in Italia si vedono le conseguenze.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *