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Francia, riforma pensioni: dopo le proteste il governo apre a modifiche ma il Senato va avanti

PARIGI – “La porta del governo è più che aperta” ai sindacati: lo ha assicurato stamattina il portavoce del governo francese, Olivier Véran, in risposta alla richiesta dei sindacati di essere ricevuti “urgentemente” da Emmanuel Macron in merito alla contestata riforma delle pensioni, contro la quele ieri è stata proclamata una serie di scioperi e di manifestazioni sindacali in tutto il Paese, con stime sindacali che parlano di circa 2 milioni e mezzo di persone in piazza.

Intanto, il Senato francese, dove l’iter parlamentare della riforma procede speditamente, ha deciso la scorsa notte di utilizzare un articolo del proprio regolamento interno per accelerare la discussione sull’articolo cardine, il numero 7, che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile a 64 anni.

Ieri, nel “martedì nero”, oltre 300 cortei hanno percorso le città di Francia, dove i sindacati si giocano il tutto per tutto contro il governo sulla riforma. I più radicali nelle file del sindacato vorrebbero andare avanti a oltranza e procedere verso un “marzo nero”. Ma se le manifestazioni sono state un successo, non altrettanto si può dire per gli scioperi, con partecipazione al di sotto delle aspettative sindacali.

I sindacati parlano di “mobilitazione storica, la più importante in Francia negli ultimi 40 anni”, e di 2,5 milioni di partecipanti (addirittura 3,5 secondo la CGT), di cui 700.000 soltanto a Parigi. La differenza è sempre più netta e inconciliabile con i dati del ministero dell’Interno, che ha riferito di 81.000 manifestanti nella capitale e poco meno di 1,3 milioni in tutto il Paese.

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