KIEV – Un incontro top secret si è tenuto undici giorni fa in una località segreta al confine polacco-ucraino fra alcuni militari senior della Nato e il comandante militare in capo dell’Ucraina, il generale Valerii Zaluzhny, per quello che in privato è stato definito un vero e proprio “consiglio di guerra”. Lo riferisce oggi il Guardian. Non è stata una discussione normale, riferisce la testata britannica: Zaluzhny ha portato con sé tutta la sua squadra di comando nel viaggio di circa 500 chilometri da Kiev. Alla riunione strategica hanno preso parte il capo militare della Nato, generale Christopher Cavoli e l’ammiraglio Sir Tony Radakin, capo di stato maggiore delle forze armate in Gran Bretagna, nel momento in cui Londra è riconosciuta a Washington e a Kiev come un attore sempre più importante nel supporto all’Ucraina. Lo scopo dell’incontro, durato cinque ore, è stato quello di contribuire a reimpostare la strategia militare dell’Ucraina: in cima all’ordine del giorno c’era il rallentamento della controffensiva ucraina, insieme ai piani di battaglia per l’estenuante inverno a venire e la strategia a lungo termine mentre la guerra inevitabilmente si avvia verso il 2024.
Intanto la stessa Nato afferma che i caccia F-16 “saranno in grado di rilevare gli aerei russi a lunga distanza e consentire ai piloti ucraini di rimanere fuori dal raggio d’azione della difesa aerea russa in prima linea”, scrive il Consiglio Atlantico, citato dall’agenzia ucraina Unian. Inoltre, scrive ancora l’agenzia ucraina sul suo canale Telegram, “è probabile che questi caccia siano equipaggiati con missili aria-aria Aim-120 Amraam, che hanno prestazioni simili e forse superiori agli R-77 russi”. In più, si legge, “la fornitura di F-16 darà all’Ucraina una piattaforma in grado di integrare facilmente un’ampia gamma di sofisticati sistemi d’arma qualora gli Stati Uniti e altri Paesi decidessero di fornirli in futuro. Si va dal sistema di contromisure elettroniche An/Alq-131 alle armi cinetiche a lungo raggio come la bomba di piccolo diametro e missili da crociera come l’Agm-158 Jassm”. “Non appena l’Ucraina sarà in grado di utilizzare gli aerei F-16, si apriranno le porte ai Paesi della Nato per fornire queste armi, poiché sono facilmente compatibili con i caccia di fabbricazione americana”, scrive ancora Unian.
La Nato e Biden, seguiti pedissequamente dalla Ue di von der Leyen e dall’Italia di Draghi e Meloni, che remano contro il loro interesse, continuano nella strategia bellicosa del proseguimento del conflitto, finora con scarsi risultati, vista l’incapacità organizzativa delle forze di Zelensky.