MILANO – Mentre a Firenze le sinistre di Schlein, Landini, Conte, Nardella manifestavano contro il pericolo (a loro dire) del risorgente fascismo, appoggiati dalla stampa schierata (Fnsi e Ast in prima fila), a Milano si recitava un altro copione, questo sì pericoloso, ad opera degli anarchici che protestavano per Cospito. Un copione sottovalutato dai più, in particolare da sinistre e mass media orientati.
Al liceo classico Carducci di Milano è stato appeso uno striscione raffigurante Giorgia Meloni e Giuseppe Valditara a testa in giù. Per chi è, come me, abbastanza anziano per ricordare il ’68, il ’70 e le violenze degli anni successivi, è facile associare, 50 anni dopo, gli slogan urlati allora nelle piazze e nelle fabbriche delle sinistre e dai gruppi di estremisti collegati, tipo: “Ci piace di più Almirante a testa in giù”, oppure ” Uccidere un fascista non è reato…”. Che ne dicono i sacerdoti custodi della Costituzione e della democrazia, i politici sopra citati e i mass media schierati, beninteso solo dalla “parte giusta”. Si tratta ancora di compagni che sbagliano? Serracchiani e Malpezzi, da parte del Pd, hanno condannato l’episodio, per onor di firma.
Per cercare di abbattere un governo, votato dalla stragrande maggioranza degli italiani, le sinistre e i loro accoliti non si tirano indietro, incitando, magari involontariamente, alla violenza contro l’avversario politico. Prima contro Salvini e Piantedosi, accusati di aver provocato la morte dei migranti di Cutro, e adesso contro Meloni e Valditara, per le reazioni al manifesto cosiddetto “antifascista” della preside Savino che, ricordiamolo, in passato è stata candidata del Pd nella politica locale.