ROMA – Mentre la Consulta italiana, in veste sinistra (grazie a Parlamento, magistrature e presidenti della Repubblica schierati), si pronuncia costantemente a favore dell’ingresso e della permanenza dei migranti in Italia, anche se delinquono, negli Usa del democratico Biden, idolo delle sinistre nostrane, viene schierato l’esercito in Texas per impedire l’ingresso dei clandestini.
Seguendo l’esempio del presidente Biden, che aveva già mandato 1.500 militari alla frontiera sud per contrastare gli ingressi irregolari, il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, ha inviato centinaia di soldati della Guardia nazionale al confine col Messico per fronteggiare l’emergenza migranti, che si tema esploda da giovedì, quando scadrà il titolo 42, ossia la misura introdotta da Donald Trump che consente di respingere i richiedenti asilo a causa della pandemia.
Alla frontiera tra Messico e Stati Uniti il flusso di migranti provenienti dal resto dell’America Latina non si arresta, ma ormai sempre più persone denunciano di essere respinte prima ancora di poter presentare la domanda di asilo.
Sono in media 150 persone al giorno – stando a quanto riferiscono le fonti di stampa americane – ad essere respinte indietro verso il Messico o rimpatriate in aereo, senza aver avuto la possibilità di presentare la richiesta di asilo politico. Molte di loro finiscono quindi nei sovraffollati centri d’accoglienza di Ciudad Juarez, in Messico, città che già nel 2019 era stata classificata come la seconda più violenta al mondo, con un tasso di 105 omicidi ogni 100.000 abitanti.
Ad aver “blindato” già da tempo il confine è un provvedimento fatto scattare dall’ex presidente Donald Trump a marzo del 2020, all’inizio della pandemia di Covid-19, applicando una legge del 1944 che permette di chiudere l’ingresso agli stranieri in caso di emergenze sanitarie. La stessa prassi è continuata anche sotto il regime di Biden e Kamala Harris, la quale ha più volte ammonito gli immigrati a non entrare iorregolarmente in territorio Usa, pena l’immediato respingimento.
I respingimenti – vietati dal diritto internazionale, che vincola gli Stati ad accogliere coloro che fuggono da situazioni di conflitto o pericolo per la propria incolumità – sono dunque continuati anche dopo il cambio di Presidenza. Anche i dem americani evidentemente temono gli arrivi incontrollati e in massa di clandestini, mentre i loro omologhi italiani e alcune istituzioni favoriscono l’invasione del nostro Paese.