GINEVRA – Il primo trimestre del 2023 è stato il periodo in cui c’è stato il più alto numero di morti certificate di migranti nel Mediterraneo centrale dal 2017. Le vittime ammontano a 441 secondo un’analisi del progetto Missing Migrants (migranti dispersi) dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Il drastico aumento del numero di decessi in mare giunge in concomitanza con le segnalazioni di ritardi da parte degli stati nella gestione dei flussi e gli ostacoli posti alle Ong per le operazioni di salvataggio.
“Il persistere della crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale è intollerabile”, ha dichiarato il Direttore generale dell’Oim, António Vitorino.
Nella tratta mediterranea sono state registrati oltre 20.000 morti dal 2014. Secondo il Direttore generale l’altissimo numero di decessi ha portato a una “normalizzazione della morte”. “Gli Stati devono rispondere. I ritardi e le lacune nelle operazioni di soccorso condotte dagli Stati stanno costando vite umane”, ha aggiunto.
“Salvare vite in mare è un obbligo legale per gli Stati. Abbiamo bisogno di un coordinamento proattivo, guidato dagli Stati, negli sforzi di ricerca e salvataggio. Guidati dallo spirito di condivisione delle responsabilità e di solidarietà, invitiamo gli Stati a collaborare e a lavorare per ridurre le perdite di vite umane lungo le rotte migratorie” ha twittato António Vitorino Direttore generale dell’Oim.