Rinnovare le Istituzioni

Comandante Guardia costiera: “Il porto sicuro è indicato dallo Stato responsabile della zona Sar o, in mancanza, quello di bandiera della nave”

“L’Italia, e per essa il Maritime Rescue Coordination Centre, in tutti i casi in cui unità mercantili battenti bandiera italiana si sono trovati nelle condizioni di prestare soccorso a persone in pericolo, fuori dalla regione S.A.R. italiana, in mancanza di istruzioni di coordinamento provenienti dai Maritime Rescue Coordination Centre competenti per area, ha sempre esercitato la propria giurisdizione su di esse, provvedendo a dare dirette istruzioni alle proprie navi. Va rilevato che per quanto concerne lo scenario del Mediterraneo centrale, analogo atteggiamento non è mai stato posto in essere da altri Stati, compresi quelli dell’Unione europea, con particolare riguardo i casi in cui le navi intervenute fossero riconducibili a ong”.

Lo ha spiegato il contrammiraglio della Guardia Costiera Giuseppe Aulicino, in audizione alla Camera alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Trasporti.
Aulicino ha ricordato che secondo le normative “la responsabilità di individuare in termini ragionevoli il POS, il porto ritenuto sicuro per lo sbarco dei migranti, ricade prioritariamente sul governo responsabile della regione S.A.R. in cui è avvenuto il soccorso. Tuttavia è previsto un generale obbligo di cooperazione tra i governi, compreso lo Stato di bandiera della nave che ha effettuato il salvataggio, per assicurare che i comandanti delle navi che forniscono assitenza vengano liberati dal loro obbligo di salvataggio con una minima deviazione dal viaggio previsto per la nave.

In assenza del coordinamento dello Stato nella cui regione S.A.R. è avvenuto il soccorso, lo Stato di bandiera
dovrebbe fornire alla propria nave le direttive da seguire, compresa l’individuazione del POS, chiedendo eventualemente la cooperazione ad altri Stati”, ha concluso il contrammiraglio.

Quindi le teorie propugnate dalle Ong, sostenute anche dalle Cei, non hanno fondamento. Il porto sicuro non lo decide il comandante della nave, ma gli Stati che, nella maggior parte dei casi, sono evidentemente diversi dall’Italia.

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