La campagna di delegittimazione, da parte del M5S e delle sinistre, del governo di destracentro in carica, eletto dalla grande maggioranza degli italiani e intronato, visto l’evidente risultato scaturito dalle urne, dal presidente Mattarella sta avendo i suoi effetti negativi. Si moltiplicano le minacce, anche di morte, ai principali esponenti del governo e delle istituzioni e nel mirino ci finiscono soprattutto Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e, ovviamente, Matteo Salvini, da sempre bersaglio preferito di centri sociali e antagonisti.
Ecco un florilegio di minacce rivolte ai politici citati sia sui social sia con scritte e disegni dipinti sui muri o cartelli in occasione di manifestazioni di sinistre, pacifisti, sostenitori Lgtbq e altra varia umanità di questo tipo.
BOLOGNA 11 novembre 2022 – Un manichino con le sembianze del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con indosso abiti militari, è stato appeso a testa in giù durante una manifestazione organizzata da due collettivi di Bologna che stavano manifestando il loro dissenso verso le politiche del nuovo governo e contro il caro energia. L’azione, documentata sulle pagine social degli stessi attivisti, è stata organizzata sotto le Due Torri, in Piazza di Porta Ravegnana, e per le vie del centro e vi hanno partecipato circa 200 persone.
ROMA 7 dicembre 2022 – Individuato e denunciato un percettore di reddito di cittadinanza che sui social ha minacciato di morte Giorgia Meloni e la figlia. Un altro indice evidente della campagna negativa innescata dalle sinistre e dal M5S.
MILANO 19 Febbraio 2022 – Salvini è stato vittima di minacce e violenze da parte di ignoti, ma non troppo. Riprendendo un vecchio adagio tanto caro alle sinistre, qualcuno ha realizzato su un muro di Milano uno stencil murale in bianco e nero con il volto del leader del Carroccio. L’ immagine evidentemente gli augura la morte esattamente come accadde a Benito Mussolini.
ROMA 15 ottobre 2022 – Comparse scritte minacciose con insulti e l’inquietante simbolo della stella a cinque punte, e uno striscione al Colosseo con il nome di Ignazio La Russa scritto al rovescio. A “testa in giù”. Le scritte lugubri sulla sede di FdI alla Garbatella a Roma riprendono ancora una volta la simbologia del terrorismo rosso: a questo si aggiunge la rievocazione di Mussolini a testa in giù a Milano, con chiaro augurio di morte a La Russa.
ROMA 28 ottobre 2021 . In precedenza movimenti di estrema sinistra, pacifisti e gruppi contro l’omofobia si erano distinti nel rievocare i lugubri slogan degli anni di piombo. Il 28 ottobre 2021 a Roma un gruppetto di ragazzi che manifestavano a favore del disegno di legge sull’omofobia aveva intonato canti tutt’altro che pacifici: “La nonna partigiana ce l’ha insegnato, uccidere un fascista non è reato“. E ancora: “Lo aspetti sotto cosa e poi lo lasci lì, l’autodifesa si fa così”. Infine: “Fascio stai attento, ancora fischia il vento”.
ROMA 1975 – Leggendo e ascoltando queste frasi la memoria torna agli anni di piombo, all’uccisione del giovane Sergio Ramelli, militante del Fronte della gioventù, assassinato da un commando di Avanguardia operaia, un movimento extraparlamentare di sinistra, che dette pratica attuazione allo slogan allora molto in vioga in quegli ambienti: “Uccidere un fascista non è un reato”.
Come si può rilevare si tratta di una deriva che si sta aggravando progressivamente con l’incitamento a una violenza più accentuata, alla quale le sinistre e le massime istituzioni della Repubblica non sembra vogliano porre un freno, visto il loro silenzio, salvo qualche dichiarazione di facciata.
Non credo, o almeno lo spero, che ci si stia avviando verso il clima, che ho purtroppo sperimentato, di quegli anni terribili, caratterizzati da assassini, sparatorie e ferimenti ad opera delle Brigate Rosse e di altri movimenti analoghi, ma forse occorrerebbe prestare più attenzione ai segnali che sono già emersi e ai quali solo le Digos di varie città riservano responsabilmente la massima attenzione, nel quasi disinteresse, occorre dirlo, di certa politica.