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Ucraina: Kiev bombardata, tarda la controffensiva di Zelensky, Biden in difficoltà per gli armamenti

KIEV – Mentre Zelensky e il suo esercito annunciano da tempo la loro grande controffensiva, che dovrebbe cacciare i russi e riconquistare la Crimea, Kiev viene nuovamente bombardata (stavolta però non ci sono bambini morti, vanificando la consueta propaganda del presidente-attore) e gli analisti sentenziano che gli Usa di Biden sono gravemente impreparati alla guerra.
Esplosioni vengono segnalate a Kiev, riportano i media ucraini. Il capo dell’ufficio presidenziale Andrii Yermak ha affermato che la difesa antiaerea è al lavoro. L’amministrazione militare della capitale ucraina ha esortato i residenti a rimanere nei rifugi. L’allarme antiaereo è stato diramato in città intorno alle 3:40 ora locale. Anche in gran parte del resto dell’Ucraina. Ieri sera le forze russe hanno bombardato la città di Orikhiv, nell’oblast di Zaporizhzhia.

CONTROFFENSIVA – Dalla fine dello scorso anno, l’Esercito ucraino parla di piani per una grande controffensiva. I documenti del Pentagono trapelati online, per i quali è stato accusato e condannato la “talpa” Jack Teixeira, se ritenuti attendibili, indicavano che l’offensiva dovesse iniziare il 30 aprile, passato senza traccia alcuna. Alla fine di marzo, tuttavia, Zelensky aveva osservato che le Forze armate ucraine non erano ancora pronte per operazioni su larga scala ed il primo ministro, Denys Shmygal, aveva detto che ci si poteva aspettare una controffensiva non prima dell’estate. Gli esperti avvalorano la posizione del primo ministro: tardo autunno o inizio estate.

USA – Il Daily Digest rivela che, secondo alcuni analisti, le Forze Armate degli Stati Uniti sarebbero seriamente impreparate a sostenere concretamente il conflitto. Il nocciolo del problema sta nell’incapacità del Paese di Biden di produrre munizioni da 155 mm in quantità sufficienti per sostenere la lotta di artiglieria in corso in Ucraina. “Il proiettile da 155 mm è uno degli articoli più spesso richiesti e forniti, che includono anche sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio e carri armati”, ha scritto Marc Levy dell’Associated Press. “Il consolidamento dell’industria, le linee di produzione esaurite e i problemi della catena di approvvigionamento si sono combinati per limitare la produzione di munizioni di base come i proiettili di artiglieria”, ha scritto il giornalista Eric Lipton, aggiungendo che anche le riserve di attrezzature avanzate destavano preoccupazioni. Lipton ha osservato che nei mesi successivi all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, gli Stati Uniti hanno inviato una quantità di attrezzature senza precedenti al loro alleato, esaurendo le sue scorte e riportando il Paese indietro di decine di anni. “Se scoppiasse una guerra su larga scala con la Cina, nel giro di una settimana gli Stati Uniti esaurirebbero i cosiddetti missili antinave a lungo raggio”, ha riferito Lipton.
Un quadro veramente preoccupante dei risultati della politica del vecchio presidente democratico, che ha avuto il coraggio di ricandidarsi. Le munizioni inviate servono poco a Zelensky, le riserve Usa sono state prosciugate e il Paese non è assolutamente attrezzato per un eventuale scontro con la Cina, che Biden e i dem stanno cercando di concretizzare con una lena degna di miglior causa. Félicitations, direbbero i francesi.

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